domenica 21 luglio 2024

Cos’è il massaggio prostatico

La prostata, il massaggio prostatico e la diffidenza che regna intorno a questa pratica Le mie personali considerazioni Dove si trovi la ghiandola prostatica credo sia un dato ormai popolare, essendo il web prodigo di descrizioni, spiegazioni e disegni (le immagini di Wikipedia sono eloquenti). Comunque sia, una volta superate le più che comuni paure basate sul nulla, il fatto che questo organo si trovi dentro il retto a pochi centimetri dal foro anale, consente ai più curiosi e intraprendenti di effettuare una prima presa di contatto con questa “entità”, senza il timore di compiere atti scorretti o pericolosi. L’auto palpazione può essere infatti un primo passo verso la conoscenza della prostata, utile per infrangere i più intimi tabù e scoprire che anche questo organo nascosto del nostro corpo merita le medesime attenzioni che riserviamo a mani, viso, organi genitali e quant’altro. La pratica dell’auto palpazione è peraltro alla portata di tutti in quanto eseguibile stando seduti sul bidet; inserendo il dito indice o medio nell’ano con l’accortezza di preme il polpastrello verso l’addome. La forma sferica che si avverte, delle dimensioni di una noce, è proprio quella della prostata. Facendo ruotare il polpastrello del dito intorno alla ghiandola prostatica, la sensazione che si prova è un senso di superficie liscia, priva di noduli e asperità. Per effettuale questo primo “incontro” con una delle ghiandole più importanti del corpo umano in totale serenità, è evidente che occorre rimuovere o rieducare il proprio senso del pudore, nel caso questo fosse di ostacolo all’azione e accantonare il timore di infrangere regole di natura religiosa o culturale. Utile a tale scopo potrebbe essere la valutazione della quantità e della qualità delle pubblicazioni scientifiche prodotte sull’argomento, reperibili facilmente sul web, in cui è marcata la testimonianza dell’effetto benefico sulla salute dell’apparato riproduttivo/urinario maschile, del massaggio prostatico eseguito con cura e costanza. Senza disturbare la scienza e nemmeno la terminologia tecnica più appropriata nel tentativo di descrivere per quali ragioni al massaggio prostatico è stato dato cosi tanto risalto, applicando un banale ragionamento basato sull’osservazione e l’evidenza dei fatti, si arriva facilmente a comprendere che, se la ghiandola prostatica viene massaggiata con garbo e costanza in modo da ripristinarne l’elasticità, migliorare l’afflusso di sangue ed espellere il liquido prostatico stantio, viene dato a questo organo un significativo contributo per mantenere inalterate nel tempo le sue caratteristiche funzionali. Pensando a un approccio terapeutico conservativo di media o lunga durata (mantenere attive le caratteristiche funzionali della prostata) e preventivo (prevenire gli stati infiammatori conseguenti a una vita sedentaria ed a una scarsa attività sessuale), la pratica del massaggio prostatico andrebbe effettuata col supporto di una figura professionale specializzata. La presenza del professionista consente a chi è interessato al massaggio prostatico, di assumere la posizione più corretta per il trattamento (esempio: stesi sulla schiena con le gambe leggermente divaricate e inarcate, oppure in ginocchio con i gomiti appoggiati sul materassino), di protrarre la durata del massaggio per il tempo necessario senza assumere posture scomode o inappropriate (almeno 30 minuti) e di godere dell’spetto più piacevole e rilassante dello stesso. Anche in questo caso è l’anatomia della prostata e dei suoi collegamenti con l’apparato genitale maschile che spiega le ragioni della piacevolezza che si prova durante il trattamento, piacevolezza che pervade tutto l’organismo lasciando una persistente sensazione di appagamento. Nel caso persistano dubbi alimentati dall’imbarazzo di offrire al professionista una parte del proprio corpo ritenuta non consona da un punto di vista igienico, ricordo che è possibile preparare la seduta del trattamento seguendo semplici regole del tutto naturali. A casa propria, prima di partire per l’incontro col professionista è consigliabile sedersi sul WC per espellere o tentare di espellere quanto si ritiene sia rimasto nell’ultima parte del retto. Fatto questo, sul bidet, è consigliabile ispezionare il retto con l’aiuto delle dita per detergere con abbondante acqua fresca l’interno della cavità anale. Per la pulizia interna si SCONSIGLIA l’utilizzo di saponi o gel saponosi particolarmente aggressivi in quanto causa di deboli irritazioni intestinali capaci di incentivare la produzione di muco inutile al nostro scopo (la fresca acqua del rubinetto va benissimo !!!).

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